Parafrasi - Opera Omnia >>  Guido Cavalcanti : « Rime » Testo originale    




 

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I


[ 1 : Donna me prega, - perch'eo voglio dire ]

Una donna mi invita a dire, e quindi parlo di un accidente, che spesso è crudele e così violento da chiamarsi amore: chi lo nega lo possa sperimentare nella sua vera natura! Ed ora esigo che chi mi ascolta sia esperto, poiché non mi attendo che, chi è di animo vile, possa comprendere un tale argomento: perché, senza una dimostrazione guidata dalle tesi della filosofia naturale, non riesco a provare dove l'amore risiede e chi lo fa agire, se la sua sia virtù e quale sia il suo potere, la sua essenza, ogni effetto da lui prodotto, ogni modificazione, l'attrazione che lo fa definire amore, [e infine] se lo si può raffigurare visibilmente.

L'amore si insedia in quella parte dell'anima dove risiede la memoria e si fissa stabilmente, dopo aver assunto forma da un'oscurità che procede dall'influsso di Marte, così come il corpo trasparente si trasforma da potenza ad atto, diventando luminoso quando è attraversato dalla luce; l'amore è creato [deve la sua esistenza ad un fattore esterno] e, colto dai sensi, assume un nome preciso, è disposizione naturale dell'anima e desiderio del cuore. Esso muove dalla visione di una figura, che si percepisce nell'intelletto possibile così come nel soggetto pronto ad accoglierla, ed in esso assume stabile dimora. Nell'intelletto possibile l'amore non può nulla, poiché esso è indipendente dai quattro elementi essenziali: risplende in lui l'eterna intellezione, non accoglie il piacere ma contempla, tanto da non produrre elementi di confronto.

L'amore non è virtù ma proviene da quella capacità che è perfezione (tale è considerata) e non perfezione razionale ma sensitiva; l'amore sottrae il giudizio al sano ragionare, poiché il desiderio prende il posto della razionalità: fa cattivo uso del discernimento chi si lega alla passione. Dal potere di amore deriva spesso morte, se talora la virtù vitale venga ostacolata; e non perché l'amore si opponga a leggi naturali, ma [per il fatto che] quanto più ci si allontani dalla perfetta felicità, non si può dire che si viva veramente, poiché non si ha fermo autocontrollo. Lo stesso avviene quando qualcuno dimentica l'amore.

L'essenza dell'amore si ha quando il desiderio è tanto intenso che supera i limiti naturali e ancora non si accompagna mai al riposo. Esso muta l'aspetto esteriore per paura, trasformando il riso in pianto e facendo mutare colore al volto; è incostante e lo si può vedere stabilmente in persone d'animo nobile. La novità della sensazione provoca sospiri e impone che si contempli un oggetto [la donna] che non ha ancora ricevuto forma dall'intelletto possibile, per cui si genera ira che fa avvampare (non lo può immaginare chi non lo prova direttamente), ed impone che non ci si muova, per quanto attratti da lui, e che non ci si distolga, al fine di trovarvi gioia, né tanto meno una sapienza piccola o grande.

L'amore trae lo sguardo da un essere simile per natura, così da far sembrare certo il piacere: non può rimaner nascosto quando è giunto a questo punto. Le bellezze sono frecce capaci di provocare le ferite d'amore, non però quelle ritrose, poiché il desiderio è messo alla prova solo dal timore: chi ne è colpito trae valore, si autoperfeziona. E l'amore non si manifesta mediante la vista; concepito dall'anima sensitiva, la bianchezza viene meno in tale oggetto; e, per chi comprende correttamente, la forma non si intuisce: tanto meno l'amore che da essa procede. Privo di colore, distaccato dalla sostanza, collocato in un mezzo oscuro, respinge la luce. Sinceramente affermo, meritevole di fiducia, che solo da un tale amore nasce ricompensa.

Tu canzone, puoi andartene in tutta sicurezza, ovunque ti piaccia, poiché io ti ho elaborata in modo tale che la tua argomentazione sia lodata da chiunque è competente in materia: non hai desiderio di startene con chi è estraneo a tali argomenti.



II


[ 2 : Li mie' foll'occhi, che prima guardaro ]

I miei occhi che, come quelli di un folle, per la prima volta guardarono la vostra figura così piena di valore, furono quelli che impressero la vostra immagine, donna, nel mio cuore, [diventato da allora] un luogo feroce dove regna il sentimento dell'amore, e subito mi resero consapevole che ero diventato vostro schiavo: e fu così che venni preso da sospiri e dolori, conscio del timore dovuto a soggezione che aveva trovato posto nel [mio] cuore. Divenni anch'io velocemente, senza un attimo di tregua, uno di quelle persone che soffrono con forza per le pene dell'amore. Quando mi vedevano, tutti con un sentimento di pietà mi dicevano: « Sei diventato di questa donna così schiavo, che l'unico sollievo che tu possa sperare potrà essere la morte ».



III


[ 3 : Avete 'n vo' li fior' e la verdura ]

Avete in voi i fiori e l'erba e tutto ciò che risplende e che è bello da vedere; il vostro volto risplende più del sole: chi non vi vede assolutamente non può avere valore. In questo mondo non c'è creatura così piena di beltà o di avvenenza; e se qualcuno ha timore dell'amore, il vostro bel viso lo incoraggia ad accogliere in sé un così grande sentimento. Le donne che vi fanno compagnia mi sono complici nell'amore che ho per voi; e io le prego cortesemente che facciano a gara a rendervi onore ed accettino positivamente la vostra superiorità, perché siete la migliore di tutte.



IV


[ 4 : Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira ]

Chi è costei che compare alla vista, che ognuno l'ammira, che fortemente irradia una forte luce nell'aria intorno a lei e induce ognuno ad innamorarsi di lei, tanto che chiunque le rivolge la parola lo fa con voce tremolante? Simile a cosa mi appare quando colgo il suo sguardo, lo dica Amore poiché io non lo saprei dire: mi pare una donna tanto umile, che rispetto a lei ogni altra donna considero superba. La sua bellezza non può essere raccontata con le parole, tanto da apparire il punto di riferimento di ogni virtù, tanto da essere assunta dalla bellezza stessa come punto di riferimento. La nostra capacità di comprendere non fu mai così elevata e non ci fu mai concessa tanta grazia, per quanto conoscenza adeguata ne possiamo avere.



V


[ 5 : Biltà di donna e di saccente core ]

La bellezza [di qualsiasi altra] donna, un cuore saggio e cavalieri armati virtuosi nei modi; il cantare degli uccelli e le discussioni sull'amore; delle belle navi molto veloci in mare; il cielo sereno all'alba e la neve bianca che scende in assenza di vento; la riva di un corso d'acqua e un prato pieno di fiori; l'oro e l'argento, gli ornamenti azzurri [lapislazzuli]: la bellezza e il cuore gentile della mia donna oltrepassano tutto ciò, così che queste cose appaiono vili a chi guarda le sue qualità; e ha tanta più saggezza di qualsiasi altro, quanto è vero che il cielo è maggiore della terra. Il bene non può mancare ad una creatura simile.



VII


[ 7 : Io vidi li occhi dove Amor si mise ]

Io vidi gli occhi che mi fecero innamorare rendendomi pauroso di questo sentimento, ma non fui ricambiato da uno sguardo altrettanto ricco di amore. Vi dico che il [mio] cuore ne fu lacerato: e, se non fosse stato per una risata della donna, io parlerei in modo così lamentoso che affligerei lo stesso Amore, che causò l'illusione che mi tiene prigioniero. Fu come se dal cielo si posasse uno "spirito" nel punto che ebbe l'onore d'essere guardato da quella donna, e da lì trovò posto nei miei pensieri; egli tramuta la realtà [per le illusioni] d'amore così tanto, che mi pare di vedere in ogni suo gesto la prova che sono giunto nel suo cuore [che lei mi ricambia].



IX


[ 9 : Poi che di doglia cor convèn ch'i' porti ]

Poiché era destino che io portassi un dolore nel cuore, e mi sentissi ardere di un vivo fuoco di piacere, e da uomo virtuoso che ero divenissi così vile, dirò come ho perduto tutte le mie virtù. E dico che se ne è andata la mia gioia di vivere e il mio cuore è sempre in tormento e poco felice; e se non fosse che mi consola struggermi d'amore, l'Amore avrebbe di me tanta pena da arrivare a piangere. Ma in questa situazione che mi tormenta, nascondo cosa provo nel profondo del cuore e fingo, in modo da non dare manifestazioni di quello che mi tormenta: anche se nel mio cuore continua questo conflitto, e mi porta via ogni energia.



XII


[ 12 : Voi che per li occhi mi passaste il core ]

Voi che con lo sguardo mi avete trafitto il cuore e avete risvegliato l'intelletto che dormiva, guardate la mia esistenza angosciosa, che l'Amore distrugge attraverso i sospiri. E viene a lacerarmi con così grande forza che gli spiriti vitali, le emozioni, fuggono e resta solo l'aspetto del viso in suo potere con voce alquanto fioca, che esprime il suo dolore. Questa virtù dell'amore, che mi ha distrutto dai vostri nobili occhi, rapida si mosse: una freccia mi colpì il fianco sinistro. Allo scoccare dell'arco giunse velocemente il dardo che la mia anima si risvegliò tremando, vedendo il cuore morto nel mio lato sinistro.



XIII


[ 13 : Perché non fuoro a me gli occhi dispenti ]

Perché non mi furono accecati o cavati gli occhi, giacché, a causa della loro capacità di vedere giunse nella mia mente la vista di colei che mi dice: "Ascoltami mi senti davvero nel cuore"? Infatti la paura di nuovi tormenti mi prese allora così crudelmente e acutamente, che l'anima gridò: "Donna [ti prego] fai sì che gli occhi miei e io stesso non debbano subire nuove pene!" Tu, donna, li hai lasciati vicini a morire, al punto che Amore giunse a compiangerli pietosamente, tanto che posso sentire una voce che proviene dal profondo dell’anima la quale dice: "Chi pensa di provare una grande pena osservi costui, e vedrà il suo cuore tagliato a forma di croce portato in mano dalla Morte."



XV


[ 15 : L'anima mia vilment' è sbigotita ]

La mia anima è vilmente resa attonita dal conflitto che si svolge nel mio cuore, [anima] che, se sentisse soltanto un poco Amore più vicino al cuore di quanto non sia solito, morirebbe. Sta come chi non ha più forza vitale, giacché per paura è fuggita dal cuore; e chi vedesse come è fuggita l'anima direbbe certamente: "Costui non ha vita". Furono gli occhi il varco da cui cominciò la battaglia, che in brevissimo tempo sbaragliò ogni forza, così che la mente venne annientata da questo colpo. Chiunque, anche l'uomo più allegro, se vedesse gli spiriti [cioè le funzioni vitali] fuggire via con grande pietà piangerebbe.



XVI


[ 16 : Tu m'hai sì piena di dolor la mente ]

Tu mi hai riempito la mente di tanto dolore, che sembra l'anima non lo possa più sopportare e i sospiri che emette il cuore dolente, rivelano alla vista che non si può continuare a soffrire oltre. Amore che sente la tua grande forza dice: "Mi dispiace che tu debba morire per questa donna crudele che sembra non volere avere pietà di te." Io vado come uno privo di vita e che, a guardarlo, sembrerebbe fatto di rame o di pietra o di legno, e che si muove solo per l'ingegno di chi lo ha costruito e porta nel cuore una ferita, il segno evidente che egli è morto.



XXI


[ 21 : Deh, spiriti miei, quando mi vedite ]

Essenze della mia anima, quando mi vedete così sofferente perché non mandate via dalla mia mente tutte queste parole intrise di pianto, di dolore e di triste consapevolezza? Voi riuscite a vedere il mio cuore ferito dallo sguardo [della mia donna], dal piacere [che ne consegue] e dall'umiltà [nel rivolgermi a lei]: io vi prego di consolare il mio cuore, che a forza di soffrire sta perdendo tutte le sue virtù. Io vedo come uno spirito alto gentile e di grande valore [lo spirito dell'Amore], che a lui appare e tutte le sue virtù fa fuggire. Io vi prego di parlare a questa triste anima mia, sopraffatta dal dolore, come fu e sempre sarà a causa dell'Amore.



XXII


[ 22 : Pegli occhi fère un spirito sottile ]

[Alla vista della donna desiderata] per gli occhi è come se passasse uno "spirito" sottile, che fa destare nella mente i pensieri che fanno a muovere il sentimento dell'amore, che a sua volta rende nobile qualsiasi altra sensazione. Chi ha un carattere vile non può percepire la sua esistenza, così grande è la virtù che appare in questo "spirito"! È questo lo spirito che smonta le proprie sicurezze, e allontana dalle donne la superbia. Da questo "spirito", poi, si muove un'altra dolce piacevole sensazione, che si pone al servizio della passione: sensazione che fa ardere una pioggia di nuove sensazioni [per il corpo], delle quali è la causa, causata a suo volta dalla bellezza dello "spirito" emanato dalla donna guardata.



XXX


[ 30 : Una giovane donna di Tolosa ]

Una giovane donna di Tolosa, bella e nobile, pura e leggiadra, appare completamente identica e somigliante, per via dei suoi dolci occhi, alla mia amata. E ha reso la mia anima, all'interno del mio cuore, piena di desiderio, tanto che mi pare sentirla sottrarsi a lui [al cuore] e andare da lei: ma è a tal punto timida che non osa dire a quale donna appartenga [a quale donna ha giurato fedeltà]. Quella [la donna] è come se guardasse la mia anima con il suo dolce sguardo, che farebbe rallegrare anche Amore, così come era in grado di fare la mia amata, che aveva lo stesso identico sguardo. Poi [la mia anima] ritorna nel cuore, piena di sospiri, ferita a morte da una freccia affilata, scagliata da quella donna quando si allontana.



XXXIII


[ 33 : O donna mia, non vedestù colui ]

O mia amata, non hai forse visto colui che teneva la sua mano sul mio cuore mentre con voce bassa e flebile ti rispondevo timoroso dei suoi colpi? Quello era Amore che, dopo averci trovato, si è trattenuto con me, venendo da lontano, come un rapido arciere della Siria, equipaggiato unicamente per uccidere. E lanciò poi dai tuoi occhi dei sospiri che mi scagliò nel cuore con tale violenza, che io mi allontanai fuggendo sbigottito. Allora mi apparve all'improvviso [di sicur] la Morte, accompagnata da quelle sofferenze [martìri] che sono solite consumare un uomo con il pianto.



XXXIV


[ 34 : Noi siàn le triste penne isbigotite ]

Noi siamo le tristi e stupefatte penne [metafora dello scrittore], e le piccole cesoie e il coltellino [per temperare] afflitti dal dolore, che hanno scritto dolorosamente quelle parole che voi andate udendo. Ora vi diciamo perché siamo partiti e siamo giunti fino a voi in questo momento: la mano che ci guida nella scrittura dice che prova incerti sentimenti apparsi nel suo cuore; i quali hanno lo hanno talmente distrutto e lo hanno condotto così vicino alla morte, che di lui non sono rimasti altro che i suoi sospiri. Ora vi preghiamo quanto più forte possiamo di non disdegnare di trattenerci presso di voi sperando che vi induca a provare un poco di pietà.



XXXVI


[ 36 : Perch'i' no spero di tornar giammai ]

Poiché non spero più di poter tornare in Toscana, tu oh ballata, veloce ed affidabile, va senza indugi, alla donna mia, che per via della sua gentilezza ti accoglierà con molto onore.

Tu porterai notizie dei miei sospiri, piene di dolore e di molta paura; ma stai attenta che non ti legga nessuna persona nemica del cuor gentile [nessuna persona malvagia]: che di certo a causa di questo fatto malevolo tu saresti osteggiata, e tanto criticata da qualcuno per colpa del mio componimento che il solo pensiero mi evoca angoscia; dopo la morte, poi, pianto e rinnovato dolore.

Tu ballata senti che sto per morire e che la vita mi abbandona; e senti come il cuore si agita con forza, a causa del manifestarsi di ciascuna mia funzione vitale. Tanto il mio corpo è gia distrutto che io non posso [più] soffrire: se mi vuoi aiutare porta l'anima con te (ti prego di questo) quando uscirà dal cuore.

Oh ballata, alla tua amicizia affido questa anima che ha paura: portala con te, nello stato angosciato in cui si trova, alla bella donna a cui io ti mando. Oh ballata, dille sospirando quando la vedi: "Questa ballata vi serve e viene per stare con voi, è partita da colui che fu servo per amore".

Tu, voce debole e sorpresa che esci piangente dal cuore sofferente, con l'anima e questa ballata va ragionando della mente stanca. Voi troverete una bella donna con un dolce intelletto, che avrete un piacere stare sempre in sua compagnia. E tu l'adorerai sempre per il suo valore.



XLIV


[ 44 : In un boschetto trova' pasturella ]

In un boschetto trovai una pastorella più bella di una stella, secondo il mio parere.

Aveva i capelli biondi e riccioluti e gli pieni d'amore, una carnagione color rosa; con un piccolo bastone pascolava gli agnelli; camminava scalza, bagnandosi con la rugiada; cantava come se fosse innamorata: era adornata, ed era bella a vedersi.

Subito la salutai amorevolmente e le domandai se fosse accompagnata; e lei mi rispose con dolcezza che andava da sola per il bosco, e disse: "Sappi che quando l'uccello cinguetta, allora il mio cuore desidera la passione dell'amore".

Dopo che mi espose questa sua condizione, udendo cantare gli uccelli per il bosco, dissi fra me e me: "È giunto il momento per questa pastorella di conoscere il piacere". Le chiesi solo grazia di poterla baciare e abbracciare, se ne avesse desiderio.

Mi prese per mano, mossa da un desiderio amoroso, e disse che mi avrebbe donato il suo cuore; mi portò fino a del fogliame posto in ombra, in un posto ricco di fiori di ogni colore; e tanto provai grazia e dolcezza, che mi parve apparire la visione del dio dell'Amore.



XLIX


[ 49 : Guata, Manetto, quella scrignutuzza ]

Guarda, o Manetto, quella gobbetta, e osserva bene come è combinata e come è perfettamente stravolta e che cosa sembra quando si stringe nelle spalle! O se lei fosse vestita da parata [con una sopravveste ampia] con un cappellino e con un velo a fascia [legato sotto il mento] e di giorno apparisse accompagnata da qualche bella donna dai modi educati, tu non proveresti una rabbia più forte, né saresti più angosciata d'amore, né intristito dalla malinconia, a meno di non correre il rischio di morire dal ridere dal profondo del tuo cuore: o moriresti dal ridere o fuggiresti via.







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